Il Castello di Cosenza

castello di cosenza 2Sorge sul colle Pancrazio, a 380 metri di altezza, il simbolo della antica Consentia, città adagiata nella Valle del Crati, che affonda le sue radici nella civiltà greca. Il Castello Normanno-Svevo di Cosenza ha una storia antichissima. A cominciare dal suolo, che i Brettii modificarono, spianando e rimodellando, la cima del colle (il terrapieno, dunque, era di origine artificiale). Fu edificato intorno al 937 d.C. dai Bizantini per difendersi dalle continue incursioni saracene, rifatto poi nel 1132 da Ruggero il Normanno, e infine rimaneggiato da Federico II di Svevia intorno al 1240 che affidò il progetto ai suoi architetti militari. Con questi ultimi interventi, lo stile ne rimase molto condizionato tanto da definirlo, da quel momento in poi, castello svevo. Fu, infatti, il re svevo che fece aggiungere le due torri ottagonali lungo il lato meridionale, e operò ampi rifacimenti nel cortile interno. Attualmente la struttura presenta una pianta rettangolare con cortile centrale ed una torre angolare a pianta ottagonale tipica, infatti, delle costruzioni sveve. Sotto gli Angioini, invece, il fortilizio divenne dimora Reale, così, nel 1433 venne trasformato in residenza principesca atta ad ospitare Luigi III. e, verso la metà dello stesso secolo, anche il re Alfonso. Sempre sotto questa dominazione venne anche adibito a zecca per monete d'argento e rame. Ad ogni modo, anche se il castello di Cosenza fu sottoposto a diversi usi e opere di manomissione strutturale che si succedettero nel corso della storia, restava, ancora agli inizi del 1500, uno dei fortilizi militari più importanti della Calabria settentrionale. Nel corso degli anni, però il castello fu più volte distrutto a causa dei numerosi eventi sismici che si susseguirono. Il terremoto del 1638 provocò la distruzione dei piani superiori, dei baluardi e delle torri mentre quello del 1659 causò il crollo delle restanti murature. Il sisma, del 1835, danneggiò invece, i restauri effettuati dai vari arcivescovi e dallo stesso Gioacchino Murat. Ulteriori interventi di recupero furono eseguiti dopo 

 

Foto Castello Normanno/Svevo di Federico Ligato

11124417 389417114578495 4898025764262223395 o

il terremoto del 1905. La conseguenza di queste ripetute opere di rifacimento, provocò una sostanziale trasformazione sia in termini 

strutturali che formali compromettendo, così, la fisionomia originaria del castello. Dopo l'unità d'Italia divenne proprietà del Demanio e, nel 1883 fu acquistato dal Comune di Cosenza in un'asta pubblica. Oggi restano solo tracce architettoniche dei periodi Saraceno e Normanno e si conservano
resti delle strutture sveva e angioina,come il portale che immette 
 nell'interno, sormontato da uno scudo di epoca aragonese, o lo stemma angioino inciso sugli archi svevi a costoloni che si trova nel cosiddetto corridoio "dei fiordalisi". Nel cortile scoperto si trovano i resti delle diverse età e delle diverse dominazioni. 

11049469 10206792871448631 5057903510144688882 n

L'esterno della torre ottagonale, del XIII secolo, (unica superstite) è caratterizzato da strette "saiettiere" con uno strombo d'apertura.

 

 

 

 

 

 

 

Le Polemiche

Dopo tanti anni il castello ritornerà di nuovo ai cittadini e ai turisti, ultimamente ho letto molte polemiche su facebook. Mi limito solo a copiare la risposta del Sindaco Mario Occhiuto:

Ecco le risposte: 1) Il progetto e la direzione lavori sono stati affidati dalla precedente Amministrazione tramite un concorso (a cui io ho partecipato come architetto, e che ho perso classificandomi secondo). 2) I lavori (eseguiti sotto la direzione di cui sopra) devono essere preventivamente autorizzati e poi seguiti dalla Soprintendenza. 3) Il volume che si vede nella foto è un vano ascensore necessario ai fini dell'accessibilità. 4) Io (se fossi stato il progettista) avrei optato per un corpo completamente vetrato, in alternativa ritengo che la soluzione più giusta sia anche quella più essenziale e minimale.

I programmi si realizzano con il tempo necessario e ogni Amministrazione ha i meriti e le responsabilità di quello che fa. Anche il Ponte è stato progettato da Calatrava, incaricato da Giacomo Mancini, ma l'opera era bloccata da vent'anni. Se bastassero solo le idee o i progetti o gli intenti o le discussioni ogni Amministrazione avrebbe ottenuto risultati ottimali. La nostra Amministrazione si caratterizza invece per concretezza e unisce la capacità ideativa e progettuale con quella finalizzata alla realizzazione. Non solo riguardo alle opere pubbliche ma anche per i servizi (raccolta differenziata, rete idrica, rete di illuminazione, etc). Nel caso in specie vorrei precisare che, come per quello di Calatrava, reputo i progettisti e direttori dei lavori molto competenti. Quindi le mie risposte non sono certo finalizzate a scaricare responsabilità, perché i meriti rimangono di questa Giunta che è riuscita a portare avanti i lavori (con incarichi di progettazione e dl affidati in questo caso da altre amministrazioni) superando moltissimi problemi per consentire oggi e in futuro il godimento di un bene così importante come il Castello da parte di tutti i cittadini, comprese le persone con disabilità.

L'approvazione del progetto e gli incarichi di progettazione e direzione dei lavori (che reputo affidati a ottimi professionisti) non sono atti della mia Giunta, ma in ogni caso ritengo che il restauro delle opere murarie sia stato eseguito in modo ottimale. Il vano ascensore e gli infissi (che sono in ferro e non alluminio) sono opere accessorie che non interagiscono con la struttura architettonica originaria (come invece è avvenuto in passato con aggiunta di vari corpi), così come necessario e opportuno in ogni restauro.

Nel Castello sono state vietate da regolamento feste personali compresi matrimoni, cresime, battesimi, compleanni, etc. Così come ho dato ampie risposte in merito al restauro che, a mio avviso, è stato eseguito bene soprattutto per le parti murarie. Le opere accessorie (vetrate infissi, ascensore) servono per rendere accessibile e fruibile il bene, e sono completamente e volutamente separate dalla originaria struttura architettonica. Le altre opere (tegole, corpi aggiunti, etc) erano invece preesistenti. Il vano ascensore, ritenuto necessario ai fini dell'accessibilità, poteva essere realizzato (secondo me) con un volume in vetro e acciaio anziché rivestirlo in muratura. Cosa che avevo già in mente di chiedere al direttore dei lavori e alla Soprintendenza.

Qualcuno scrive che avrebbe preferito un rivestimento (?) in pietra o addirittura "in mattoni dello stesso colore", e infissi in legno. Nei lavori di restauro 1) si deve evitare il più possibile di incidere sulla struttura architettonica originaria senon attraverso lavori finalizzati alla conservazione del bene (e qui è stato fatto molto bene ed è la cosa più importante), 2) le opere accessorie, che sono quelle utili a rendere accessibile e fruibile il bene, devono interferire il meno possibile sulla struttura architettonica originaria ed essere realizzate con materiali che rendono evidenti le parti antiche rispetto a quelle nuove (per es vetro, acciaio, ferro). Non si usano certo rivestimenti in pietra (sarebbe qui un vero obbrobrio e un falso storico perché in passato la pietra è usata come materiale strutturale) o infissi in legno dove gli infissi non ci sono mai stati. Le parti nuove devono essere essenziali, minimali, non incidere sull'organismo strutturale e architettonico originario, riconoscibili e se possibile anche reversibili in modo da essere facilmente smontabili (come una sorta di allestimento funzionale). In passato al contrario sono stati fatti interventi (per es trasformazione delle parti murarie originarie, nuove coperture con tegole, integrazioni murarie, etc) che hanno effettivamente deturpato in parte il bene.

..sull'ascensore ho già risposto. Evidentemente è stato (giustamente) ritenuto necessario consentire l'accessibilità a tutti. Ho già chiesto alla direzione dei lavori di valutare l'opportunità dell'utilizzo di materiali diversi (vetro strutturale) da concordare ovviamente con la Soprintendenza, perché anche io ritengo che sarebbe più giusto e meno impattante da un punto di vista dei rapporti fra i volumi e i materiali. Devo precisare però che questa vista falsa di molto i rapporti e le quote reali. In ogni caso queste opere accessorie sono tutte distaccate dall'impianto originario e facilmente reversibili. Per tutto il resto è stato eseguito un ottimo lavoro di restauro conservativo sulle parti murarie con il recupero funzionale del bene. Cosa che restituisce ai cittadini la fruizione integrale di un bene così importante come il Castello dopo un secolo (e non vent'anni), accessibile e quindi godibile oggi da parte di tutti comprese le persone con disabilità. Proprio per questi motivi non è opportuno sminuire un lavoro così importante.

....l'errore se mai è proprio quello di tentare di renderlo omogeneo. Nel restauro è quasi sempre opportuno rendere riconoscibili le stratificazioni storiche e sempre necessario evitare di intaccare la struttura originaria. L'errore che è stato fatto in passato per esempio in questo stesso contesto con la costruzione di corpi aggiunti alla originaria struttura muraria e con la realizzazione di nuovi solai di copertura o l'utilizzo di tegole. Io al contrario avrei immaginato questo nuovo corpo sempre completamente separato ma realizzato in vetro strutturale, pulito, con i profili di acciaio meno evidenti il più possibile.

...io sono il sindaco e non il progettista o il direttore dei lavori. E, in questo caso, ho visto il vano ascensore solo dopo la sua costruzione. In ogni caso ho già sollevato il problema. Resta in verità il fatto che il corpo realizzato è una struttura minimale ed essenziale, che il direttore dei lavori ritiene un giusto intervento.

Tutte queste sono le risposte ai cittadini riguardo all'argomento in oggetto sul post richiamato, per completezza di informazione. Grazie mille per l'attenzione e buona giornata.

(Mario Occhiuto)

 

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

E' chiaro che prima di replicare bisogna leggere e cercare di capire. Se volete potete rispondere qua. Oppure sul profilo mio di Facebook Piero Cortese

 

 

 

 

 

Informazioni aggiuntive