I BRETTII

 

Donna Brutia

La cosiddetta "Battaglia della Rocca Bretica" vide i Bretti, guidati da una donna, conquistare il colle dopo un sanguinoso scontro e designando la definitiva resa dei Lucani. Venne sancita la pace, passata alla storia come la "Pace di Donna Brettia" opera di John Pinking anglo-italian painter/ pittore anglo-italiano

 

 

Prima dei tempi

 

La crosta terrestre non è stata sempre quella che oggi è sotto i nostri occhi. Mettendo da parte il mito ovidiano di Deucalione e Pirra.

Parlando del nostro territorio, l’Oceano Atlantico, aperto in tempo antico un varco, traverso lo stretto di Gilbiterra (istmo, allora), diede origine ai vari mari, e canali del Mediterraneo


Molte furono le terre sommerse dalle acque; con esse scomparvero intere popolazioni  e immensi patrimoni storici, mentre i naufraghi, salvatisi dalle inondazioni imposero il loro dominio.

ArameiPelasgi (dall’osco Pe = terra e lagos = lago, o meglio oceano) furono detti gli abitatori dei luoghi allagati dall’oceano. All’arrivo di essì (all’incirca il 1986 a.C.), i nostri tranquilli padri Aramei, possesori  delle Are e coltivatori degli Arvi, sopravvissuti al cataclisma, vengono ridotti  allo stato di coloni o servi, senza alcun nome, e conseguentemente scompaiono le preesistenti costruzioni politiche.

Annullata ogni legge di patriarcale uguaglianza, sorge il tirannico e dispotico potere dell’aristocrazia. E i nuovi padroni, assurti a Lucumoni, si accaparrano la funzione di reggere gli uffici civili, amministrare la giustizia, dichiarare e condurre  la guerra, svolgere i riti religiosi.

Gli Enotri

Nel corso dei secoli, i Pelasgi, che abitavano la parte più meridionale dell’Italia, si chiamarono Enotri (da En, abbreviazione di gens = gente e otro od austro = sud). Altrove presero il nome di Ausoni (Osci, abitatori delle terre del mare Ionio), _ Lucani, Picentini, Campani, Dauni, Appuli, Messapi, Salentini, Sanniti, Irpini, ‘Brundusi, Calabri, ecc.

Verso il XVI sec. a.C., fra questi popoli si imposero sui nostri antichi padri i Lucani, (da lucus = bosco e cani o coni = coloni), che, mutatis mutandis, continuavano, come prima i Pelasgi, ad opprimere la classe dei contadini enotri.

Bretti (In lingua Osca Ribelli)

Erodoto e Strabone parlano di una grande rivoluzione, verificatasi in Italia verso l’anno 1240 a.C. E come i Brundusi e i Calabri insorsero contro gli Appuli, così da noi i coloni enotri si tolsero d’addosso la dominazione dei Lucani, che, alla fine, o migraro-no in Basilicata, donde erano venuti, o furono ridotti in condizione servile, una volta rimasti in patria. Notevoli furono le conseguenze di tale rivoluzione; con la ritrovata libertà, i vincitori conquistarono la ricchezza materiale, il valore civile e morale, il potenziamento  demografico, il rinnovamento della cultura, delle arti e delle tecniche. La vecchia Lucania si scisse in due regioni: la Basilicata, in cui rimasero i Lucani, e le Calabrie, ove imperarono i Bretti (da abrepti = uomini, sottrattisi al dominio dei signori). Durante l’epoca Bretia, comparvero, tra le altre città, Crotone e Reggio; fu mantenuta la scrittura osca (da destra a sinistra); furono avviate le costruzioni di pietra maltata e di vasi di ferro; vennero incrementate le industrie di latticini, di carni salate e di formaggi; e la religione, da culto spontaneo, si trasformò in rito, sottoposto alla casta dei sacerdoti, non scevri di pregiudizi. L'elemento mistico, simboleggiato da un Dio indeterminato, dominò incontra- stato sui fenomeni della natura. E Diòniso, più che Giano degli Osei (spirito fecondatore), dio del vino, elemento liberatore dalle angosce, diviene vessillo del- l’uomo libero, ossia del popolo Bretio. Nutrito da Bruseide (Bruzia) ed educato da Sileno (Silvano, Silano), egli resta simbolo autoctono della civiltà bruzia.

 

 

 

MoneteUna volta consolidatisi in una grande lega, venne il momento di cercare un posto strategico su cui erigere la propria capitale. Essa venne indicata sul colle Pancrazio, che dominava una grande vallata, ed era separata da essa da due fiumi che si univano proprio alla base del colle, e che lo rendeva un posto fortificato naturalmente. Il colle era però occupato da 600 mercenari africani al soldo di Dionisio, alleato dei Lucani. La cosiddetta "Battaglia della Rocca Bretica" vide i Bretti, guidati da una donna, conquistare il colle dopo un sanguinoso scontro e designando la definitiva resa dei Lucani. Venne sancita la pace, passata alla storia come la "Pace di Donna Brettia", in onore della condottiera dei Brettii. Sul colle, dunque, venne eretta 

Moneta

Consentia (l'attuale Cosenza), che prende il nome dal "consenso" dato da tutte le 

tribù Brettie e gli stessi Lucani che aderirono alla Confederatio Bruttiorum. In essa coniarono le proprie monete[3]ed iniziò un fiorente periodo per questo popolo.

 

 

 

 

 

La Nascita di Cosenza

 

COSENZA

 

Senza il riscatto dall’oppressione dei Lucani, la città nostra non avrebbe potuto avere i natali e gli incalcolabili vantaggi, che realmente ottenne.

Una volta liberi, i coloni del Crati, chiamatisi, dunque, Brettii, si dettero un Governo ed elevarono Mansio, sul Gramazio, a capitale. Lo Stato comprendeva un Senato e dodici Lucumoni, tanti quanti erano le città da amministrare; possedeva un’assemblea legislativa, che legiferava, e aveva un  potere esecutivo, con a capo un magistrato in periodo di pace e un condottiero in periodo di guerra.

ConfederazioneI Brettii, nel sancire tale ordinamento, davano vita alla Prima confederazione politica  i nostri padri svolgevano trai sette colli le loro riuninoi in nome dei Consenti, cioè dei dodici numi tutelari, sotto il cui protettore  erano posti i popoli, facenti parte dell’unione. Poichè mancava un simbolo sacro, fu presto alzato un tempio e Consentie.

Furono dette le feste religiose, compiute in loro onore,così la città prese il nome di Cosentia (cioè città dei Consenti, ovvero dei confederati) e divenne presto un centro di attività produttive e un modello di civiltà

L'arrivo

L'origine del nome della Città

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