L' Arrivo dei Greci

Magna Grecia 280aC La confederazione dei Bretti non possedeva una struttura politica tale da garantire una certa continuità nel tempo.Il legame, minacciato dai particolari interessi dei popoli federati, si rallentava fino a quando la sacra unione delle dodici città cessava completamente. Il municipalismo della gente attirava sul nostro suolo le mire di altri popoli E, per prima, degli Elleni, provenienti dalla vicina Grecia, che, una volta raggiunte nelle città costiere, fondavano qua e là colonie, ossia centri economici.  La dolcezza del clima, e la debolezza del popolo Bruzio, determinarono le condizioni, affinchè alcuni territori venissero conquistati da i Greci. Dal 753 sino al 492 a.C., cioè per ben 261 anni, gli Elleni, divenuti padroni, Ionio al Tirreno, di tutto il litorale costiero, (Vedere cartina) si trasformavano da colonizzatori in padroni Nacque così la Magna Grecia, la cui civiltà, senz’altro più avanzata culturalmente da quella dei Bruzi. I Bruzi delle città invase e dominate dagli Elleni, costretti per vivere a rifarsi a mille espedienti, cercarono in ogni modo di alimentare la fiamma della riscossa.

il 492 a.C. segna un nuovo risveglio dello spirito nazionale dei Bruzi. I Cosentini, in nome dell’antica unione, attaccarono, pur senza un risultato concreto, i Locresi, per punirli della loro ostentata sicurezza filogreca. Poi, si rivolsero contro i Sibariti, che, dopo aver cercato di estendersi sull’agro silano, venivano disfatti sul fiume Traento (oggi, Trionto). Narra Diodoro Siculo che la battaglia fu assai cruenta: Sibari, come tutte le altre città bruzie, occupata dagli Achei il 725 a.C., era rasa al suolo e sulle sue rovine sorgeva Thurio. Circa un secolo dopo, le popolazioni bruzie, soggette ad ellenica dominazione, si univano a quelle lucane, spodestate anch’esse dai loro possedimenti, per combattere i Greci. Dava una mano all’insurrezione Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, che si alleava agli Ottimati del popolo lucano (356 a.C.). Intanto, nelle città libere dall’occupazione straniera come a Cosenza, le plebi cospiravano con alcuni insorti delle città greche contro il proprio govemo: ne era ispiratore Dione, nemico di Dionisio. E, quesfultimo, per evitare che il suo disegno venisse frustrato, inviò ai Lucani (i soli da lui ritenuti padroni dei Bruzi) seicento Africani, col compito di sedare l’insurrezione. Il piano di Dionisio non riuscì: la Rocca Bretica, occupata in un primo momento dalla guarnigione straniera, fu presa dai ribelli, i quali, a vittoria ottenuta, diedero alla città una seconda costituzione sul modello di Roma.

 I Bruzi, alleati ai Lucani, attaccavano Taranto, città ellenica, che chiamava suo soccorso Archidamo, re di Sparta. Aspra ma favorevole fu la battaglia, combattuta presso Manduria il 332 AC. ove lo stesso sovrano trovò la morte. Desiderosa di riprendersi la rivincita, Taranto chiedeva, nel medesimo aiuto ad Alessandro il Molosso, re dell’Epiro, zio di Alessandro Magno. Questi, giunto in Puglia, combatté contro i Messapi, alleati dei Bruzi e Lucani. I Pugliesi, vinti, si staccarono dalla lega. Entrarono in essa, però, i Sanniti, che concludevano presto la pace con i Romani, con cui erano in lotta. Il Re greco, dopo aver conquistato Metaponto, Thurio, Cosenza, nonché città bruzie e lucane, diveniva alleato dei Romani. Le sue mire erano rivolte all’occupazione del Sannio e di tutto il Centro Meridione d’Italia, per assurgere ad incontrastato sovrano. Disegno ardito, a cui si contrappose la morte, che il Re guerriero, dopo superato a cavallo il fiume Acheronte (Caronte, per il Quattromani), trovò mano di un soldato cosentino. 

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