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F E N I C I E I TA L I C I , C A RTAG I N E E LA M AG NA G R E C I A P O P O L I A C O N TATT O, C U LT U R E A C O N F RO N T O att i de l con vegno inter naz ionale co s en za , 27 - 28 maggio 20 0 8 a cura di m a r i a i n t r ier i e s ergio r ibic hini II. PISA · RO MA FA B RI Z IO S E R R A E D I TO R E MMXI Rivista semestrale * Direttore responsabile Federico Mazza * Redazione Laura Attisani · Massimo Botto Lorenza-Ilia Manfredi · Federico Mazza · Ida Oggiano Gesualdo Petruccioli · Sergio Ribichini · Paolo Xella con la collaborazione di Giuseppina Capriotti Vittozzi e Andrea Ercolani * Sede Area della Ricerca di Roma 1, Via Salaria, km 29,300, Casella postale 10, I 00016 Monterotondo Stazione (RM) * «Rivista di Studi Fenici» is an International Peer Review Journal. The eContent are Archived with Clockss and Portico. In copertina Sarcofago di Ahiram. Elaborazione graica di un particolare del bassorilievo laterale. Beirut, Musée National. CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO DI STUDI SULLE CIVILTÀ ITALICHE E DEL MEDITERRANEO ANTICO RIV I STA DI STU DI FE N I CI FONDATA DA SABATINO MOSCATI XXXVII, 1-2 · 2009 PIS A · ROMA FA B RI Z I O S E R R A E D I TO R E MMXI Amministrazione e abbonamenti Fabrizio Serra editore Casella postale n. 1, succursale n. 8, I 56123 Pisa, tel. +39 050 542332, fax +39 050 574888, fse@libraweb.net I prezzi uiciali di abbonamento cartaceo e/o Online sono consultabili presso il sito Internet della casa editrice www.libraweb.net. Print and/or Online oicial subscription rates are available at Publisher’s web-site www.libraweb.net. 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PO PO LI A CO N TAT TO, C U LT U RE A C ON F RON TO» cosenza, 27-28 maggio 2008 SOMMARIO, I · II Rivista di Studi Fenici, XXXVI, 1-2 · 2008 Maria Intrieri – Sergio Ribichini, Presentazione Elenco delle abbreviazioni M’hamed Hassine Fantar, La présence phénicienne et la fondation de Carthage en Méditerranée occidentale : des faits et des conséquences Giovanna De Sensi Sestito, Cartagine e la Magna Grecia in età dionisiana. Il ruolo di Ipponio Annunziata Rositani, Pitagora e l’Oriente Giuseppe Squillace, Pitagora in Fenicia? Osservazioni su Giamblico, Vita Pyth., II, 5 – III, 17 Rossella Pace, Orientalia a Francavilla Marittima Giuseppina Capriotti Vittozzi, Elementi di tradizione egizia nella documentazione di Locri Jan Kindberg Jacobsen – Maria D’Andrea – Gloria Paola Mittica, Frequentazione fenicia ed euboica durante la prima Età del Ferro nella Sibaritide. Con un’Appendice di Anna Maria De Francesco ed Eliana Andaloro Giovanni Di Stefano, Eubei a Cartagine? Indicatori archeologici Massimo Botto, Le più antiche presenze fenicie nell’Italia meridionale Paolo Carafa, Fenici a Pitecusa Marianna Castiglione – Ida Oggiano Anfore fenicie e puniche in Calabria e Lucania: i dati e i problemi Fabrizio Mollo, La circolazione di ceramiche ini e di anfore tra i centri italici del Tirreno calabrese e la Sicilia punica tra IV e III sec. a.C.: rotte commerciali e ateliers produttivi Roberto Spadea – Stefania Mancuso, Le rotte commerciali nell’istmo lametino * Rivista di Studi Fenici, XXXVII, 1-2 · 2009 Elenco delle abbreviazioni Lorenza-Ilia Manfredi, Il commercio e le monete nel Bruzio prima e dopo Annibale Benedetto Carroccio, Spunti e modi della propaganda annibalica nelle monetazioni della II guerra punica Maria Intrieri, Fra dialogo e conlitto: Annibale e i Greci d’Occidente Gian Piero Givigliano, Bruttii e Romani: inizio e dinamiche di una diicile convivenza Alessandro Cristofori, I motivi della colonizzazione romana in Magna Grecia agli inizi del II sec. a.C. 8 sommario i, ii Emanuela Calcaterra – Sergio Ribichini, L’esilio di Anna fenicia, sulle rive di iumi italici Luciana De Rose, Tecniche di pesca tra Magna Grecia e Cartagine Ida Infusino – Francesco Grano, Il mito di Europa: dalla Fenicia all’Occidente greco Carla Elisa Ilia Sollazzo, Qualche considerazione sulle divinità nel “giuramento di Annibale” Paolo Brocato – Francesca Caruso, Elementi dell’ideologia religiosa delle necropoli dell’Età del Ferro in Calabria e contatti con l’Oriente Paolo Brocato – Carlo Regoli, Iconograie orientali nei calici a sostegni in bucchero etruschi Francesco Scornaienchi, Il trattato di Filino e la questione della responsabilità L a Rivista di Studi Fenici ha ritenuto di riservare i volumi XXXVI (2008) e XXXVII (2009) alla pubblicazione degli Atti del Convegno Internazionale “Fenici e Italici, Cartagine e la Magna Grecia. Popoli a contatto, culture a confronto”, organizzato in collaborazione tra l’Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico del CNR e il Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi della Calabria e svoltosi nella sede di quest’ultima nei giorni 27 e 28 magio 2008. In tal modo, si è conidato di fare cosa gradita ai nostri abbonati e a tutti gli altri lettori ofrendo loro l’esito particolarmente signiicativo di una manifestazione scientiica che ha afrontato un tema fondamentale per la tradizione di studi che si riconosce e si esprime nella Rivista fondata da Sabatino Moscati, quello cioè dei rapporti tra la civiltà fenicia e punica e le altre civiltà protagoniste dell’antica storia mediterranea. Accanto all’interesse e all’attualità insiti nel tema stesso del Convegno, un particolare valore agiunto è costituito dall’impegno a superare gli ambiti dei singoli settori specialistici per dar vita a un fecondo e reciproco confronto di metodi e di discipline, al ine di riconsiderare fonti letterarie e dati archeologici vecchi e nuovi con diverse angolazioni e nuove prospettive d’indagine. La cospicua articolazione degli argomenti trattati e la ricchezza dei dati presentati, che coinvolgono anche altri ambiti di studi oltre a quello più speciicamente fenicio-punico, ha indotto inoltre a prevedere – in accordo con l’Editore Fabrizio Serra – anche un’autonoma edizione monograica in due tomi, nell’auspicato intento di ragiungere un pubblico di lettori ancora più ampio. Federico Mazza S O M M A RI O, I I Elenco delle abbreviazioni 13 Lorenza-Ilia Manfredi, Il commercio e le monete nel Bruzio prima e dopo Annibale 17 Benedetto Carroccio, Spunti e modi della propaganda annibalica nelle monetazioni della II guerra punica 35 Maria Intrieri, Fra dialogo e conlitto: Annibale e i Greci d’Occidente 53 Gian Piero Givigliano, Bruttii e Romani: inizio e dinamiche di una diicile convivenza 83 Alessandro Cristofori, I motivi della colonizzazione romana in Magna Grecia agli inizi del II sec. a.C. 111 Emanuela Calcaterra – Sergio Ribichini, L’esilio di Anna fenicia, sulle rive di iumi italici 139 Luciana De Rose, Tecniche di pesca tra Magna Grecia e Cartagine 155 Ida Infusino – Francesco Grano, Il mito di Europa: dalla Fenicia all’Occidente greco 179 Carla Elisa Ilia Sollazzo, Qualche considerazione sulle divinità nel “giuramento di Annibale” 191 Paolo Brocato – Francesca Caruso, Elementi dell’ideologia religiosa delle necropoli dell’Età del Ferro in Calabria e contatti con l’Oriente 199 Paolo Brocato – Carlo Regoli, Iconograie orientali nei calici a sostegni in bucchero etruschi 213 Francesco Scornaienchi, Il trattato di Filino e la questione della responsabilità 231 IL C O M M E RCIO E L E M ON E T E N E L B RU Z I O PR IM A E D OP O A N N I BA L E Lorenza-Ilia Manfredi* Roma I l progetto espansionistico di Cartagine iniziato con l’intervento armato in Sicilia alla ine del VI sec. a.C. si concretizza dalla metà del IV sec. a.C. quando Cartagine è percepita anche dal pensiero storico greco contemporaneo come superpotenza del Mediterraneo Occidentale.1 La struttura economica cartaginese, centrata sul ruolo di grande mediazione commerciale tra i bacini occidentali e orientali del Mediterraneo, è di fatto monopolistica e fondata su un sistema di rotte commerciali protette dalla lotta militare, che non erano semplici percorsi navali volti alla distribuzione dei prodotti della propria industria, ma itinerari con infrastrutture (porti, agenti, empori, lotta commerciale, banche, sistema inanziario, sistema di rotte sicure) che convogliavano merci di vario genere e di varie provenienze.2 Di questo scenario non faceva parte la regione calabra, che rientrava nella sfera di inluenza greca. Questo, tuttavia, non implica che non fosse coinvolta negli scambi delle due macroregioni e che Cartagine non ritenesse l’area strategicamente rilevante. La presenza monetale cartaginese, composta prevalentemente da monete in elettro ed argento suggerisce, infatti, una frequentazione punica dell’antica Calabria almeno tra la metà del IVprimi del III sec. a.C., precedente, quindi, alla campagna annibalica del 218-202 a.C. caratterizzata a sua volta da monete in argento e bronzo (Fig. 1). Secondo L. Loreto, tra la metà del IV e il III sec. a.C. la lotta punica operava stabilmente nelle acque del basso Tirreno sicuramente con funzione difensiva, ma anche in una prospettiva imperialistica di conquista e di egemonia territoriale sul continente.3 All’inizio del III sec. a.C. di particolare rilevanza strategica era il controllo dello Stretto di Messina, come documenta Zonara, secondo cui Cartagine era presente nell’area già alla vigilia della I guerra punica. In tale ottica vanno interpretate diverse notizie riportate dalle fonti classiche: Polibio, in particolare, registra la preoccupazione del governo di Reggio per la talassocrazia di Cartagine e per la possibile caduta della città sotto il controllo anche indiretto della metropoli punica e il timore di Roma dell’utilizzo di Messina come testa di ponte verso l’Italia, in seguito all’alleanza con i Mamertini nel 279 a.C. e la presenza di una guarnigione cartaginese nella città nel 269 a.C.4 Peraltro, sul versante ionico, non meno inquietante doveva risultare il tentativo dei Cartaginesi di impadronirsi, in questa occasione alleati con i Romani, di Locri nel 278 a.C. divenuta la base di partenza della spedizione siciliana di Pirro.5 La presenza sul territorio calabro di monete puniche dalla ine del V all’inizio del III sec. a.C. rientra, quindi, in questo quadro storico ed economico estremamente dinamico, che vede Cartagine comunque proiettata verso l’Italia del Sud. Per tale motivo, l’interpretazione dell’associazione nei ripostigli ca- * Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche e del Mediterraneo Antico, CNR – Roma. 3 Loreto 2001, pp. 48-52. 4 Plb., I, 7, 6; 10, 6-9; Zonar., VIII, 8, 4-5; VIII, 9, 4-5; Sulle fonti relative alla regione cf. Intrieri – Zumbo 1995. 5 Le Bohec 2001a, pp. 107-117. 1 Bondì 2001, pp. 27-35; Bondì 2006, pp. 131-138. 2 Loreto 2001, pp. 44-48. RStFen, xxxvii, 1-2 · 2009 18 lorenza-ilia manfredi Fig. 1. Rinvenimenti di monete puniche del IV-primi del III sec. a.C. in Calabria. il commercio e le monete nel labri di esemplari punici con monete siciliane e siracusane come dovuta alla mediazione commerciale di Siracusa durante il regno di Agatocle non sembra completamente convincente. Tale lettura è stata messa in discussione da T.V. Buttrey, che ha evidenziato come le serie in elettro presenti in Calabria siano scarsamente attestate nei ripostigli del territorio siracusano dove, al contrario, si registra una forte presenza del bronzo punico, quasi completamente assente in territorio calabro.6 Al riguardo, M. Taliercio Mensitieri ricorda come già in epoca agatoclea l’area calabra fosse collegata ad «un ampio ambito mediterraneo» per il quale va ridimensionato il tramite siracusano.7 Le monete puniche presenti in Calabria in questa prima fase sono, infatti, legate all’eparchia punica in Sicilia e pertinenti alle più prestigiose serie cartaginesi prodotte in questo periodo. La natura di tali rinvenimenti sembra indicare una frequentazione dell’area legata ad interessi economici non rapportabili ad una presenza commerciale privata difusa sul territorio, che sarebbe stata accompagnata da una più incisiva circolazione del bronzo. Bronzo documentato da un unico esemplare rinvenuto a Locri in associazione con monete di Pirro, campano-tarantine e Pegasi. La natura strategica della presenza cartaginese nell’area calabra trova riscontro nei rinvenimenti di monete puniche in argento della ine del V-primi del IV sec. a.C. Il rinvenimento monetario più antico, datato a dopo il 387 a.C., dalla località Vito Superiore (RC) ha restituito, infatti, insieme a monete siciliane e della Magna Grecia, quattro tetradram- 6 Buttrey 1983, p. 136; Pennestrì 1986, p. 117; Fariselli 2002, p. 324. 7 Taliercio Mensitieri 1994, pp. 430-431; l’esistenza di rapporti diretti tra Cartagine e le città calabre è peraltro sottolineata anche dalle anfore commerciali della Magna Grecia rinvenute nella metropoli africana, risalenti alla ine del V e soprattutto al IV sec. a.C. Cf. Bechtold 2007, pp. 51-76. 8 Jenkins 1971, pp. 46-48, nn. 11, 28, 33. 9 Jenkins 1974, pp. 36-37, nn. 17, 24, 26. bruzio prima e dopo annibale 19 mi punici risalenti al 410-392 a.C. Ad eccezione dei quattro esemplari riferibili a Panormo del tipo quadriga al galoppo/testa femminile tra i delini e leggenda sys del 405 a.C. circa (Tab. I, 13), sui quali si ritornerà più avanti,8 le monete attestate sono di zecca cartaginese del tipo parte anteriore di cavallo incoronato da Nike/palma con e senza leggenda qrthdšt/ mhnt9 e di zecca siciliana con cavallo in corsa incoronato da Nike/palma (Tab. I, 13).10 La registrazione su queste monete del termine mhnt “campo” nel senso di “amministrazione militare cartaginese”, in associazione con simboli riferibili alla vittoria e alla potenza militare con evidente valore propagandistico, si riferiscono in modo inequivocabile all’impegno cartaginese in Sicilia.11 Nell’ambito della stessa linea programmatica si pone anche il tetradramma di zecca siciliana con testa femminile con copricapo frigio e leone con dietro palma e leggenda š|mmhnt del 320-306 a.C., rinvenuto in territorio calabro anche se non si conosce l’esatta provenienza,12 fortemente ispirato a temi vicino-orientali di tradizione persiana. Il personaggio femminile divino del dritto indossa un copricapo frigio che, in adesione ai modelli espressivi tipici dell’impero achemenide, si pone in riferimento all’autonomia di un territorio che per motivi politici e/o militari è sottoposto ad un particolare status. Il tema trova riscontro anche nell’elmo a conchiglia e diadema raigurato in ambito siceliota e italiota alla ine del V sec. a.C., dove assume una forte connotazione politica come simbolo del comando militare nell’ambito del mercenariato.13 La serie, sul cui rovescio è raigurato 10 Jenkins 1974, p. 39, nn. 41, 45, 46; per l’attribuzione della serie alla zecca di Entella cf. Tusa Cutroni 2001, p. 186; in generale sulla monetazione siculo-punica di questo periodo cf. anche Frey-Kupper 2006, pp. 30-34. 11 Manfredi 1995, pp. 152-153, la leggenda qrthdšt potrebbe indicare sia la zecca di emissione sia l’autorità emittente della Cartagine nordafricana, qual che sia la collocazione geograica della zecca. 12 Manfredi 2009. 13 Acquaro – Viola 2002, p. 8. 20 lorenza-ilia manfredi il leone legato alla tradizione libica, sembra no al versante tirrenico di Gioia Tauro (Tab. inoltre essere il primo esempio di fusione tra I, 7) e Reggio Calabria (Tab. I, 3). elementi libici e inlussi orientali e italici stretNella prima metà del IV sec. a.C. Cartagine tamente riferiti all’esercito e al ruolo delle dimostra interesse per l’area calabrese in truppe prezzolate.14 funzione antidionigiana, come documentato I più antichi ritrovamenti monetali punici dal coinvolgimento punico nella presa di suggeriscono quindi, in modo deciso, che Ipponio, sottratta da Dionisio I e ceduta ai l’interesse primario di Cartagine per l’area Locresi e poi restituita agli esuli deportati nel doveva essere quello del reclutamento dei territorio siracusano. Inoltre, il riferimento di mercenari. L’arruolamento dei soldati alloge- Diodoro16 all’alleanza e all’arruolamento di ni nell’esercito cartaginese, che avveniva tra- italici da parte di Magone nel 393/392 a.C., a mite l’invio nelle terre “fornitrici” di agenti cui fa riscontro la quasi contemporanea ofreclutatori o direttamente dai capi militari fensiva di Dionisio contro i Lucani, suggerisce che conoscevano le aree dove era difusa la che il reclutamento cartaginese fosse orientapratica, giustiica il rinvenimento delle mone- to anche verso le terre calabresi. Così come la te in metallo prezioso; la mancanza sul terri- presenza di mercenari bruzi negli eserciti sicitorio di tracce archeologiche più consistenti liani è attestata durante la metà del IV sec. conferma indirettamente l’ipotesi secondo la a.C., e durante le fasi belliche del 305-289 a.C. quale il mercenariato genericamente italico Truppe mercenarie calabre, ma in generale con forte, ma non esclusiva, presenza campa- provenienti da tutta l’Italia meridionale, sono na era già attestato nelle ile cartaginesi alla i- radunate per la guerra contro Pirro in Sicilia ne del V sec. a.C.15 (277 a.C.)17 e nel 241 a.C. Roma permetterà a La presenza più signiicativa di monete Cartagine l’arruolamento di soldati nell’Italia preannibaliche nel territorio calabro rimane, meridionale durante la rivolta dei Libici in tuttavia, quella dei diciotto esemplari in elet- Africa.18 In tale ambito, il riferimento ai tro di zecca cartaginese del 310-270 a.C. del mixellenes ricordati da Polibio tra i mercenari tipo Core/cavallo stante (Fig. 1), alle quali si ribellatisi a Cartagine potrebbe essere riferito aggiungono due monete in argento di zecca ai Bruzi,19 ai quali si potrebbe riferire anche siciliana del 300-289 a.C. del tipo Eracle-Mel- l’accenno di Diodoro all’alleanza tra Cartagiqart/protome equina e leggenda punica mhnt nesi e Italioti.20 (Tab. I, 3). Anche questi elettri ed argenti soIn questo complesso quadro politico ed no rapportabili alle serie uiciali battute per economico, al controllo delle rotte tirreniche inanziare l’impegno militare cartaginese in e all’arruolamento dei soldati non dovevano Sicilia e possono essere messi in relazione al- essere estranei anche altri interessi strategici. le fasi di arruolamento dei soldati. In particolare, il mantenimento in eicienza Le monete risalenti al IV-primi III sec. a.C. della lotta impiegata stabilmente a presidiare si localizzano principalmente sul versante io- le coste ioniche e lo Stretto di Messina ponico della Calabria in due aree: a nord a Stron- trebbe aver determinato l’attenzione riservagoli (Petalia) (Tab. I, 2), Cariati (Tab. I, 1), sul- ta all’area calabrese. Per la realizzazione delle la Sila (Tab. I, 3) sul versante orientale del navi antiche e per il loro mantenimento in efterritorio dei Bruzi e a sud tra Ricadi (Caulo- icienza era, infatti, necessaria una quantità nia) (Tab. I, 8) e Locri (Tab. I, 11), ma con una enorme di legame per il fasciame, gli scai, gli signiicativa presenza nel territorio interno i- alberi maestri e i remi (ad ogni remo corri14 Manfredi 1995, pp. 206-207. 15 Fariselli 2002, pp. 330-346; 2003, pp. 85-109; 2005, pp. 231-235. 16 D.S., XV, 15, 2. 17 Cf. tra l’altro Mollo 2003, p. 327. 18 Per la presenza di truppe italiche nelle ile cartaginesi siciliane nel IV sec. a.C. cf. da ultimo Fariselli 2002, p. 291, 325. 19 Plb., I, 67, 7; Intrieri – Zumbo 1995, p. 64. 20 D.S., XV, 15, 2. il commercio e le monete nel spondeva un albero).21 Considerando l’impossibilità d’accesso da parte cartaginese alle foreste della Sicilia orientale sotto lo stretto controllo siracusano22 e l’importanza delle risorse forestali della Calabria, i rinvenimenti monetali di Strongoli23 (Tab. I, 1), Cariati (Tab. I, 2) e Locri (Tab. I, 11, 12) sembrano confermare l’interesse per gli abeti di alto fusto, i pini d’Aleppo, le grandi querce, i faggi e i frassini dei boschi della Sila (Tab. I, 3)24 e dell’Aspromonte.25 E dove possibile impedirne lo sfruttamento da parte dei nemici. In tal senso, deve essere inteso il passo di Diodoro26 che ricorda come durante gli attacchi contro Reggio o Locri (gli studiosi sono discordi sull’identiicazione), Cartagine distrusse il legname approntato per la costruzione delle navi.27 Ma le aree boschive calabre nascondono anche un altro prezioso prodotto. Dal tronco dei pini larici della Sila si estraeva la famosa pix brutia, ricordata da Dionigi di Alicarnasso28 e da Strabone,29 che parla della sylva pacis, utilizzata per impermeabilizzare gli scai delle navi e i contenitori d’argilla, per i procedimenti di invecchiamento del vino, in medi- bruzio prima e dopo annibale 21 cina e nella cosmesi. Ancora Cicerone ricorda uomini e servi che avevano ricevuto l’appalto dell’estrazione della pece nella Sila dai censori P. Cornelio e L. Mummio.30 Inine, in Calabria sono ancora oggi ampiamente difusi lo sparto e l’alfa, erbe perenni delle graminacee dalle cui foglie si estrae una ibra per la preparazione del cordame delle navi.31 È facile, quindi, ipotizzare un interesse da parte cartaginese per queste risorse, sicuramente conosciute anche grazie alla presenza nell’esercito di mercenari provenienti da queste regioni. Inoltre, tra la ine del V e gli inizi del IV sec. a.C., Aristofane attesta la conoscenza presso gli Ateniesi della lingua e della pece bruzia; e sono i Bruzi che almeno dal III sec. a.C. gestiscono le risorse forestali della Sila.32 Sono probabilmente anche su queste basi che si fonda l’alleanza tra Annibale e i Bruzi. La frequentazione punica dell’area ionica è suggerita anche dai ritrovamenti monetali tra Caulonia (Tab. I, 8) e Locri (Tab. I, 10-12),33 dove monete e anfore sembrano ancora una volta confermare l’attenzione alle risorse locali. 21 Liv., XXII, 20, 6 ricorda che Scipione trova nel porto di Cartagena sessantatré navi da trasporto cartaginesi, alcune delle quali con il carico pronto di frumento, armi, metallo (bronzo e ferro), tela per le vele, sparto oltre ad altro materiale per la costruzione navale. Medas 2000, pp. 187-188; sull’importanza dell’approvvigionamento di legname per la lotta romana cf. da ultimo Diosono 2008, pp. 60-65. 22 D.S., XIV, 42; sul legno da costruzione per le navi cartaginesi cf. da ultimo Barkaoui 2005, pp. 3751; inoltre, Pomery – Rieth 2005. 23 Su l’importanza economica di questo centro cf. tra l’altro Sabbione 1988, pp. 197-200. 24 Caulonia durante l’assedio di Siracusa fu il centro di stoccaggio del legname proveniente dalla Sila (Th., VII, 25, 2), cf. Meiggs 1982, p. 463; Pennestrì 1986, p. 123. 25 Meiggs 1982, pp. 462-463. 26 D.S., XXII, 7, 5. 27 Pennestrì 1986, p. 134, nota 64. 28 D.H., 20, 15. 29 Str., VI, 1, 9. 30 Cic., Brutus, 22, 85-86. Cf. Meiggs 1982, pp. 467-471; Beal 1995, pp. 16-17, 21-22. Recentemente, durante lo scavo romano a Forge di Cecita presso l’omonimo lago, è stata rinvenuta della pece in una fornace per la sua produzione che è stata analizzata presso il laboratorio per il restauro di manufatti lignei, cartacei e pittorici del Distretto Tecnologico dei Beni Culturali della Calabria. Le tracce organiche comparate con la pece estratta seguendo l’antica procedura descritta da Plinio (XVI, 53) hanno confermato che nel sito si produceva la pece e che il metodo utilizzato consisteva nella diretta estrazione del materiale dal legno e non dalla trasformazione della resina essudata dagli alberi di pino. 31 La zona di maggiore produzione era la Spagna. Cf. anche Beal 1995, p. 18. Infatti, secondo il racconto di Livio, nel carico delle sessantré navi da trasporto cartaginesi che Scipione trova nel porto di Cartagena risulta anche lo sparto. Cf. Medas 2000, pp. 187-188. 32 Verga 1998, pp. 7-8; Cappelletti 2002, pp. 3840. 33 In particolare la presenza di aegyptiaca del VI sec. a.C. a Locri è stata interpretata come dovuta ad una mediazione cartaginese, o più genericamente ad una frequentazione da parte di genti orientali. Cf. Acquaro 2006, pp. 7-8; De Salvia 2006, pp. 12-30; Hölbl 2006, pp. 31-43. Per i documenti egiziani più antichi cf. anche l’intervento di G. Capriotti Vittozzi in questi Atti. 22 lorenza-ilia manfredi Ben conosciute in dalla preistoria erano le periore (RC) (Tab. I, 13), ma di notevole inteminiere di ferro, rame, argento di cui sono ric- resse è la presenza di una moneta in bronzo che le Serre Calabre nell’entroterra di Caulo- della seconda metà del V sec. a.C. pertinente nia. I Romani istituirono nella vallata dello alla zecca di Mozia, del tipo gorgoneion/palStilaro, una colonia per i damnati ad metalla ma, conservata nella Collezione Scaglione di ubicata tra Pazzano e Stilo, nella prossimità Locri e proveniente dal territorio della città del bacino minerario di limonite; proprio a (Tab. I, 11).37 Pazzano (Tab. I, 5), in un tesoretto datato al L’ipotizzata provenienza da Mozia delle an300 a.C., sono state rinvenute sette monete fore di Porticello,38 la presenza della moneta cartaginesi in elettro associate ad otto esem- di Mozia a Locri e dei quattro tetradrammi di plari siracusani. Nello stesso ambito potreb- Panormo-sys del 410-392 a.C. a Reghion sugbero rientrare anche i rinvenimenti di elettri a geriscono l’esistenza di rapporti commerciali Gioiosa Jonica (Tab. I, 9) e Mammola (Tab. I, tra le città fenicie della Sicilia e quelle della 6), località anch’esse legate ai bacini minerari Magna Grecia precedente all’intervento ardella Locride e dell’Aspromonte ricchi di mato cartaginese nell’isola del 410 a. C. Gli blenda, galena e calcopirite.34 esemplari panormitani presenti nel tesoretto Interessante è, inoltre, il ritrovamento di di Vito Superiore documentano la forte intemonete puniche in elettro ad Acquaro (Tab. grazione delle monete della città nel sistema I, 4), che sembra indicare la conoscenza della monetario, economico e commerciale greco via terrestre che lega il versante ionico a quel- anche fuori dall’isola: è l’intervento cartagilo tirrenico, documentato, a sua volta, dai rin- nese in Sicilia che interferisce e altera tali venimenti di Reggio Calabria (Tab. I, 13) e di equilibri anche rispetto alle realtà cittadine di Gioia Tauro (Tab. I, 7). Il più meridionale fra tradizione fenicia. i due istmi è quello fra Locri e Gioia Tauro, Con l’inizio della prima guerra punica si inche divide l’Aspromonte dalle Serre e queste terrompono i ritrovamenti di monete punidalla Sila catanzarese. che nella regione, i quali tornano ad essere La presenza fenicia nell’area tirrenica è più numerosi soltanto durante la seconda guerra articolata e segnata prevalentemente da ma- punica e la campagna annibalica in Italia (218teriale anforico che sembra testimoniare l’esi- 202 a.C.) (Fig. 2). stenza di una rotta antica verso l’Etruria preL’impresa di Annibale nella Penisola Italica cedente e non necessariamente legata agli durante la seconda guerra punica rientra in interessi cartaginesi nell’area. un piano antiromano a largo respiro che, con Anfore fenicie del VII sec. a.C. provengono il controllo dopo il 237 a.C. del sud della Penidalla necropoli di Metauros (Gioia Tauro); an- sola Iberica, avrebbe permesso di riparare ai fore puniche dal relitto di Porticello del V-IV danni della sconitta subita nel conlitto del sec. a.C.35 e dai contesti abitativi del IV-III sec. 264-241 a.C.39 Il complesso e ardito progetto a.C. nell’area di Cetraro a Santa Barbara e a dei Barcidi non fu esente da errori strategici, Campo delle Vacche – Mortella di Acquappe- in particolare il mancato dislocamento di sa.36 Diversamente, l’unico rinvenimento guarnigioni nei punti strategici del conlitto e monetale di epoca preannibalica documenta- lo scarso utilizzo della lotta in appoggio alle to sul versante tirrenico è quello di Vito Su- truppe di terra, ma certamente vincente fu 34 Interessante è il ritrovamento nel bothros 136 del tempio della Stoà a U di Locri di un lingotto di piombo di 7 kg del tipo di quelli ritrovati nel relitto di Porticello, cf. Rubinich 2006, p. 406, nota 65; inoltre a p. 454, nella discussione, G. Camassa ipotizza per il tempio locrese una situazione simile a quella dei templi ciprioti, dove le oferte ad Afrodite sono associate a quelle del dio del lingotto. 35 Verga 1998, pp. 7-8. 36 Cf. gli interventi di I. Oggiano e M. Botto in questi Atti. 37 Fuda 1980, p. 79. 38 Verga 1998, pp. 5-15; Acquaro 2006, pp. 8-9. 39 Cf. tra l’altro Hoyos 2003; Gracia Alonso 2006; Brizzi 2007. il commercio e le monete nel bruzio prima e dopo annibale Fig. 2. Rinvenimenti di monete puniche del 218-202 a.C. in Calabria. 23 24 lorenza-ilia manfredi l’impiego della monetazione come strumen- in questo periodo crearono una situazione to di intervento politico ed economico sulle estremamente caotica, evidenziata dalla difpopolazioni italiche.40 fusa pratica della riconiazioni, che tuttavia Le monete annibaliche forniscono indica- non interessa in modo massiccio le puniche e zioni su come i due sistemi politici ed econo- scarsi sono anche gli esemplari di monete romici si confrontarono rispecchiando, da parte mane riconiate su puniche di zecca italica. punica, la necessità di inserirsi in alcune realtà Una capacità quindi, quella annibalica, di coitaliche in funzione antiromana e su come Ro- niare senza ricorrere a materiale allogeno, a ma tentò di attutire e assorbire l’impatto con conferma dell’ipotesi secondo cui Annibale l’invasore punico. In primo luogo, è interes- non coniò moneta prima del suo arrivo nel sante notare come le serie punico-italiche Bruzio e che parte delle sue emissioni, in parrappresentano un ritorno al tradizionale re- ticolare l’argento e l’elettro, furono battute pertorio istituzionale cartaginese rispetto al- per un esclusivo impiego in Italia.43 l’innovativo messaggio barcide delle monete Le analisi microchimiche e mineralogiche spagnole.41 Al 221-202 a.C. e a zecca incerta (microsonda SEM-EDS) efettuate su tutti gli italica o di Cartagine sono attribuite le serie esemplari in argento bruzi e punici (con al annibaliche in elettro e in argento con al drit- dritto la testa di Core e al rovescio il cavallo to Core/cavallo stante o passante; i grandi stante con sopra disco solare con urei), bronzi con Core/cavallo stante con dietro pal- pertinenti al gruzzolo rinvenuto a Belmonte ma e lettere puniche, tra cui il caratteristico Calabro (Cosenza) (Tab. II, 7) datato al 215monogramma šin e tet e le emissioni, ancora 205 a.C., hanno rilevato in entrambe le serie in bronzo, con al dritto Core/cavallo stante contenuti di argento in altissime percentuali. retrospiciente e lettere puniche. Sul suolo ita- Sulle puniche, inoltre, si riscontra piombo, lico Annibale batte anche monete che, pur modeste quantità di stagno e l’assenza di arnella tipologia punica, si legano dal punto di senico presente, al contrario, nelle monete vista metrologico più strettamente al mondo dei Bruzi. Il confronto degli isotopi del piomromano. La serie più antica sembra essere bo con i giacimenti calabri permette di quella in bronzo con al dritto Core e al rove- ipotizzare una provenienza locale esclusiva scio cavallo stante con sopra disco solare e del metallo per la coniazione delle monete urei. L’emissione ha un peso che oscilla tra g bruzie, a fronte dell’utilizzo per le puniche di 121,20 e g 94,21 ed è ritenuta, per peso e modu- metallo di diversa provenienza probabilmenlo, legata o alle emissioni bronzee tolemaiche te giunto nella regione al seguito delle truppe dell’inizio del III sec. a.C. o a quelle romane annibaliche e coniato sul posto.44 della seconda guerra punica in relazione agli Secondo G. K. Jenkins, la signiicativa preassi di Capua su piede trientale (g 109,05).42 senza dei quarti di šeqel in argento Core/caLa perdita del controllo da parte di Roma di vallo stante di zecca cartaginese nei ripostigli gran parte dell’Italia è accompagnata da una nella Magna Grecia potrebbe legarsi alle maeparcellizzazione della monetazione, che non stranze giunte dalle oicine della madrepatrova confronto né prima né dopo il passag- tria e già utilizzate negli ateliers punici della gio di Annibale. Le molte zecche che sorsero Penisola Iberica. Inoltre, lo studioso riteneva 40 Sui Bruzi e i Lucani durante la seconda guerra punica cf. Cappelletti 2002, pp. 128-171; inoltre, Mastelloni 2004. 41 Non è condivisibile la lettura delle serie barcidi di Spagna come legate ad un progetto monarchico della famiglia in opposizione a Cartagine e delle igurazioni sulle stesse riferibili ai ritratti dei condottieri Barca. Sulla problematica cf. tra l’altro Cacca- mo Caltabiano 1995, pp. 155-157; Fariselli 2006, pp. 105-122; Manfredi 2009, pp. 203-216. 42 Cf. Manfredi 2001, pp. 20-22; Manfredi 1995, pp. 220-222. 43 Manfredi 1990, pp. 153-154. 44 Balbi de Caro – Devoto 1998, pp. 83-97; Balbi de Caro 1999, pp. 91-96; Manfredi 2006, p. 275. il commercio e le monete nel plausibile l’arrivo nell’area, soprattutto per il bronzo, di monete anche per via mare sulla rotta tra le due sponde del Mediterraneo, aperta per tutta la durata della guerra e già precedentemente frequentata. Di parere diverso P. Visonà, che in base ad un attento esame del materiale bronzeo punico rinvenuto in Calabria, ritiene che Annibale utilizzò maestranze locali per la coniazione delle monete destinate all’esercito. La produzione dovette essere modesta e non centralizzata, ma portatrice di una valenza politica molto forte in «riferimento al ruolo dell’esercito cartaginese nella lotta antiromana».45 Le serie in argento sono del tipo Core/cavallo stante con o senza urei, albero di palma e lettere puniche (Tab. II, 8, 14, 17, 21);46 quello in bronzo Core/protome, Core/cavallo stante, retrospiciente o con dietro palma (Tab. II, 1-5, 11,15-21)47 e, a diferenza delle precedenti emissioni, sono attestate su tutto il territorio calabro. Annibale pose il suo quartier generale nel Bruzio nel 211 a.C. dopo la sconitta romana di Canne del 216 a.C.e vi si asserragliò deinitivamente dopo la morte del fratello Asdrubale nella battaglia del Metauro del 207 a.C. In armonia con tali le vicende storiche, ancora una volta, la presenza di monete in argento, bronzo e anfore puniche del III-II sec. a.C. a Caulonia (Tab. II, 14, 18) e a Locri (Tab. II, 17) testimonia l’importanza strategica dell’area. Annibale, infatti, non potendo utilizzare il porto di Taranto per ricevere i necessari aiuti dalla madrepatria, dovette utilizzare Locri come scalo principale verso Cartagine.48 Nel 205 a.C. Annibale si ritirò a Crotone, dove nel tempio di Hera Lacinia dedicò un al- bruzio prima e dopo annibale 25 tare e un’iscrizione bilingue.49 L’anno successivo il Barcide, secondo Strabone (VI, 1, 5, 255), distrusse Terina, che rappresentava l’accesso da nord alla via istmica, per impedire che cadesse in mano ai Romani. Dopo tale data, Annibale fu costretto ad organizzare l’estrema resistenza a partire dalla fortezza di Tiriolo sul fronte ionico dell’istmo, dove i suoi ultimi accampamenti (Castra Hannibalis) erano localizzati tra Scillezio e il Lacinio. Il ruolo difensivo e di controllo di Tiriolo, posto nella valle del iume Amato sulle pendici della Sila, in posizione particolarmente importante sulla via di attraversamento dell’istmo di Sant’Eufemia,50 è confermato dai notevoli rinvenimenti monetali in argento e bronzo (Tab. II, 9-11).51 Le quattrocentocinquantacinque monete puniche in argento e bronzo associate a trecentosettantasette monete bruzie sono l’eloquente testimonianza di quanto l’alleanza tra i Bruzi e Annibale abbia favorito l’espressione istituzionale dell’identità bruzia che arriva ad esprimersi in un sistema monetale autonomo ed etnicamente caratterizzato.52 In tale contesto è ragionevole supporre che lo stretto legame afondi le radici in un’antica e consolidata consuetudine economica e militare instauratasi già nel V sec. a.C. e consolidatasi tra il IV-III sec. a.C.53 L’alleanza tra Bruzi e Cartaginesi divenne, inoltre, il veicolo di difusione nell’Occidente punico della monetazione calabrese: monete dei Bruzi e di Rhegion sono attestate a Cartagine.54 Di particolare rilevanza è inoltre la presenza di monete magnogreche in Sardegna nel periodo annibalico. L’ambito militare di tale circolazione è confermato dai contesti 45 Visonà 1991-1992, pp. 154-160. 46 SNG, Cop., 335-339, 359-364, 367-369. 47 SNG, Cop., 370-374, 375-377. 48 Plutarco ricorda che un Bruzio era al comando del presidio cartaginese posto a difesa di Taranto nel 209 a.C. (Plu., F. Max., 21, 1); cf. da ultimo Cappelletti 2002, p. 246. 49 Cf. da ultimo Campus 2003, pp. 293-308; l’iscrizione fu consultata da Polibio (III, 33), e parlava delle truppe scambiate tra Spagna e Africa e quelle lasciate in Spagna da Asdrubale nel 219 a.C. Cf. anche Sznycer 2001, p. 16. 50 In questa area i Bruzi si insediarono con ogni probabilità tra il 356-346 a.C. Cf. Cappelletti 2002. 51 Manfredi 1989, pp. 55-59; Visonà 2006, p. 240. 52 Caccamo Caltabiano 1995, pp. 153-183. 53 Non a caso, Annibale prima di ritirarsi deinitivamente dalla regione incendia e distrugge le aree produttive per impedire che i Romani potessero usufruirne e che molti Bruzi seguirono il condottiero in patria: Arslan 1989. 54 Visonà 1985, pp. 674-675; Visonà 1991-1992, nn. 11, 16, 18. 26 lorenza-ilia manfredi archeologici nei quali sono stati rinvenuti gli Bondì 2001 = S.F. Bondì, Aspetti della politica cartaginese in Sicilia: Daidalos, 3 (2001), pp. 27-35. esemplari dei Bruzi, di Crotone, Locri, PeteBondì 2006 = S.F. Bondì, Obiettivi e modalità lia, Rhegion. Le monete, al pari di quelle rindell’azione militare in Sicilia: C. Ampolo (a cuvenute a Cartagine, provengono da ambiti sera di), Guerra e pace in Sicilia e nel Mediterraneo polcrali in associazione con pezzi punici.55 antico (VIII-VI sec. a.C.), Pisa 2006, pp. 131-138. 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EL Siracusa (6), Corinto (3), Taranto (11), Metaponto (1), IGCH, 1946; Eraclea (3), Turi (2), 265-250 a.C. Pozzi Paolini 1974, tav. II; 310-270 a.C. Crotone (3), Caulonia (2), Pennestrì 1986, p. 120, n. 5. Velia (1), Napoli (35), Nola (2), Hyria (3). 2 Strongoli (Petalia) 5 ess. Jenkins – Lewis 1963, V; Acquaro – Viola 2002, pp. 174-192; 10 ess. (AR) Core/cavallo stante. EL AR 310-260 a.C. 3 Sila 1 es. Sicilia Acquaro – Viola 2002, pp. 193-218. AR 300-289 a.C. 4 Acquaro 7 ess. Cartagine Jenkins – Lewis 1963, V. EL 310-290 a.C. 5 Pazzano 7 ess. Cartagine Jenkins – Lewis 1963, V. EL 310-290 a.C. 6 Mammola (S. Barbara) Cartagine Jenkins – Lewis 1963, V. EL 310-290 a.C. 260 a.C. Bibl. Pennestrì 1986, p. 120, n. 6. Pennestrì 1986, pp. 119-120, n. 2. Siracusa (3), Selinunte (2). Jenkins-Lewis 1963, p. 58; Pozzi Paolini 1974, p. 53; Pennestrì 1986, p. 121, n. 7. Siracusa (8). 300 a.C. Jenkins-Lewis 1963, p. 58; IGCH 1945; Pozzi Paolini 1974, tav. II. 29 Pozzi Paolini 1974, p. 60, n.12; Pennestrì 1986, p. 121, n. 8. il commercio e le monete nel bruzio prima e dopo annibale n. Località metallo Dat. Emiss. Associazioni Dat. Rinv. Bibl. 7 Gioia Tauro Napoli. 300-250 a.C. (?) IGCH 1989; Jenkins-Lewis 1963, pp. 60-61; Pozzi Paolini 1974, tav. II; Pennestrì 1986, p.120, n. 4. Cartagine EL 300-290 a.C. 8 Caulonia 1 es. Cartagine Jenkins – Lewis 1963, VI. EL 350-320 a.C. Gargano 2004, p. 600, ig. 218. 9 Gioiosa Ionica Cartagine Jenkins – Lewis 1963, V. EL 310-290 a.C. Jenkins – Lewis 1963, p. 58; Pozzi Paolini 1974, p. 53. 10 Gerace (Locri) Tetradrammi siculo-punici. AR 11 Locri Mozia Calciati 1983, p. 277. AE 413-397 a.C. 12 Locri Cartagine? AE Metà IV sec. Pirro (20), a.C. campano-tarantine, Pegasi. c. 275 a.C. IGCH 1972; Pozzi Paolini 1974, tav. II. 4 ess. tetradrammi Panormo-sys, 7 ess. tetradramma Sicilia conservati in un contenitore di terracotta (Jenkins 1971, p. 46, n.11; p. 47, nn. 28-29; p. 48, n. 33; Jenkins 1974, pp. 36-37, nn. 17, 24, 26; p. 39, nn. 41, 45-46). AR 410-392 a.C. Leucas (1), Catania (5), Reggio (6), Camarina (4), Atene (1), Siracusa (41), Gela (5), Agrigento (7), Corinto (8), Ambracia (4), Messana (30), Terina (1), Naxos (1), Leontini (8). Dopo 387 a.C. IGCH 1910; Pozzi Paolini 1974, tav. I; Mastelloni 1987, p. 83. Siracusa, Pirro, Pegasi. 275 a.C. IGCH 1972, Pozzi Paolini 1974, p. 51; Pennestrì 1986, p. 120, n. 3. Fuda 1980, p. 79. 14 s.p. Cartagine Acquaro – Viola 2002, p. 149. AR 320-302 a.C. Pennestrì 1986, p. 121, n. 9. 15 s.p. Cartagine (Melqart/protome). AR 300-289 a.C. Pennestrì 1986, p. 122, n. 10. lorenza-ilia manfredi n. Reggio Calabria 13 (Loc. Vito Superiore) Zecca punica 30 Tabella I (segue). Tabella II. Monete del 218-202 a.C. n. Località Zecca punica metallo Dat. Emiss. Associazioni Dat. Rinv. Bibl. Torre 1 es. italica SNG, Cop., 376; del Mordillo 1 es. italica SNG, Cop., 375. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, p. 152. 2 5 ess. italica SNG, Cop., 370; Castiglione 2 ess. italica SNG, Cop., 376; di Paludi 4 ess. italica SNG, Cop., 375. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, p. 152. 3 Castiglione di Paludi 1 es. italica SNG, Cop., 375; 1 es. italica SNG, Cop., 376. AE 216-203 a.C. Luppino et alii 1996, nn. 301-302. 4 Castiglione di Paludi 1 es. italica Babelon 1924, 3843. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, p. 158, ig. 3,12. 5 S.Vincenzo 4 ess. italica SNG, Cop., 370. la Costa AE 216-203 a.C. Bruzi (AE) (96); Siracusa (1); Roma (6). ine III sec. a.C. IGCH, 2025; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 219; Visonà 1991-1992, p. 151. Visonà 1991-1992, pp. 152-153. Strongoli (Petalia) 1 es. Palermo? AE? ? 7 Belmonte Calabro 5 ess. italica del tipo SNG, Cop., 359-363. AR 215-205 a.C. Bruzi (18). ine III sec. a.C. IGCH, 2027; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 219. 8 23 ess. 20 Cartagine o italica Nocera SNG, Cop., 335-339; 20 italica (Bruttium) 3 SNG, Cop., 369. AR 221-202 a.C. 215-205 a.C. Solo puniche. ine III sec. a.C. IGCH, 2028; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 219. 9 343 ess. italica 323 del tipo SNG, Cop., 359-363; 19 del tipo SNG, Cop., 367-369. AR 215-205 a.C. Bruzi (373). ine III sec. a.C. IGCH, 2021; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 218. Tiriolo 31 6 il commercio e le monete nel bruzio prima e dopo annibale 1 n. Località Zecca punica 10 Tiriolo 5 ess. Cartagine o italica SNG, Cop., 335-339. AR 221-202 a.C. Peradace (Tiriolo) 102 ess. Cartagine o italica SNG, Cop., 335-339; 1 es. Villaronga 1973, XI, pp. 179-200; 2 es. italica (SNG, Cop., 370). AR AE 221-202 a.C. 215-205 a.C. Bruzi (4 AE). ine III sec. a.C. IGCH, 2019; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 218. 11 metallo Dat. Emiss. 32 Tabella II (segue). Associazioni Dat. Rinv. Bibl. Manfredi 1989, pp. 55-56. IGCH, 2022; Pozzi Paolini 1974, tav. III; 216-203 a.C. Jenkins 1987, p. 219; Visonà 1991-1992, p. 151. 1 es. Cartagine (SNG, Cop., 335-339). AR 221-202 a.C. 13 Catanzaro 80 ess. Cartagine o italica del tipo SNG, Cop., 335-339; italica SNG, Cop., 359-363; SNG, Cop., 364. AR 221-202 a.C. 215-205 a.C. Solo puniche. ine III sec. a.C. IGCH, 2020; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 218. 14 Caulonia 3 ess. Cartagine o italica SNG, Cop., 335-339. AR 221-202 a.C. Bruzi (7) ine III sec. a.C. IGCH, 2023; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 218. 15 Capo Vaticano (Ricadi) Napoli (1), Bruzi (AE) (43). ine III sec. a.C. IGCH, 2024; Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 219; Visonà 1991-1992, p. 151. 12 1 es. italica SNG, Cop., 370. AE 216-203 a.C. Contrada Mella 1 es. italica SNG, Cop., 370. 16 (Oppido Mamertina) AE 215-205 a.C. Visonà 1990, p. 76, nota 12; Visonà 1991-1992, pp. 152-153. lorenza-ilia manfredi Catanzaro Taranto (1), Eraclea (1), Napoli (1); campano taratine (2), romano-campane (1), Bruzi (29). Tabella II (segue). Località Zecca punica 17 Locri 25 ess. italica AR SNG, Cop., 367-369; AE SNG, Cop., 370-77. metallo Dat. Emiss. AR AE 215-208 a.C. Associazioni Bruzi (1); Roma (1). Dat. Rinv. Bibl. IGCH 2014; 211-208 a.C. Pozzi Paolini 1974, tav. III; Jenkins 1987, p. 218. 18 Monasterace 1 es.italica SNG, Cop., 370; 1 es. italica SNG, Cop., 372; Marina (Caulonia) 1 es. Italica SNG, Cop., 375. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, pp. 152-153. 19 Gallico 1 es. italica SNG, Cop., 370. Marina (RC) AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, p. 153. s.p. 3 ess. italica SNG, Cop., 370; 1 es. italica SNG, Cop., 372; 2 ess. italica SNG, Cop., 375. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, p. 153. s.p. 3 ess. italica SNG, Cop., 370; 1 es. italica SNG, Cop., 372; 2 ess. italica SNG, Cop., 375; 2 ess. italica SNG, Cop., 377; 2 ess. italica SNG, Cop., 365. AE 216-203 a.C. Visonà 1991-1992, pp. 153, 157-158. 20 21 il commercio e le monete nel bruzio prima e dopo annibale n. 33 co m p o sto i n c a r att ere da n te m onotype da lla fa b ri z i o se rr a edito re, pisa · ro m a . sta m pato e rilegato nella t i p o gr a f i a d i ag na n o, ag na no pisa n o (pisa ). * Ottobre 2011 (cz 2 · fg 21)