COSENZA

 

 

 

Storia dei sette colli di Cosenza e i suoi curiosi nomi

Lungo la sponda destra del fiume Crati, partendo da nord e seguendo il percorso orario, ci viene davanti, per primo, il colle Triglio. Su tale altura si ergeva anticamente un tempio, dedicato ad una mitica triade, formata da Jano, Carnesena e Minerva. Simbolo rispettivamente di potenza, libertà e avvedutezza, esse non avevano in origine alcuna rappresentazione plastica. In seguito, gli dei 

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prendevano la forma di un pesce, la triglia, abbondante nel nostro paese, per cui al colle fu dato il nome di Trilia, divenuto in seguito Triglio. .Segue il Mussano, così chiamato per essere stato il centro del culto delle muse. La religione osca ammetteva l’esistenza di un dio unico, a cui l’uomo, fatto di fango, giunge in premio dopo una vita di pene. Qui venivano, in modo particolare, venerate tre dee: Colle2Melete, Mneme e Aede, e rappresentanti ognuna la musica, la poesia e il canto. Teogonia non fantastica, né materiale, ma ideologica: aveva canoni precisi, che, in seguito, divennero prassi. L’ Arrivo delle muse greche, già presenti al tempo di Esiodo, servì ad ingentilire i severi costumi indigeni. Furono, invero, ideali di vita: “l’amor proprio, Ponestà, il bello, l’agricoltura, la caccia, la scienza, il valore, il commercio di Colle3terra, il commercio di mare, le arti, le lettere, il diritto di conservare e accrescere i beni”. Viene, quindi, il Venneri: denominato in tal modo dal tempio della dea della bellezza. “La Venere degli Osci non aveva nulla di comune con la Venere Fenicia, il culto, passato nelle isole di Grecia, valse ad aprire templi alla prostituzione;la Venere Marina, che in Roma e in Grecia ebbe scuole di raggiri amorosi,  scrive l’Andreotti. E conclude: “Era la Venere di Prassitelem, ovverosia, professione del bello, consacratrice delle nozze, foriere di civiltà, prima istituzione sociale. Non è di secondaria importanza il quarto colle, detto Gramazio (abbreviazione di Crati e mansio = dimora). Su questo colle sono stati rintracciati gli albori della civiltà osca. Il primo colle,’ posto sulla sponda sinistra del fiume Crati, è il Guarassano ‘camente Arassano o Aradisio, dal greco arados = agitazione). La sua presenza testimonia di un’epoca meno mistica e più decisamente fiera e combattiva. Accanto ad esso, si trova il Torrevetere, chiamato così più tardi.

Colle 1Nella sua gola, i generali romani Quinto Cecilio e Lucio Veturio subirono, il 197  a.C., una tremenda sconfitta. A celebrazione del glorioso evento, il Torrevetere è chiamato anche Turris Veturii (Torre Ventura). E siamo giunti all’ultimo colle: il Pancrazio (dal greco Pan = tutto e kràtos = potenza centro dei vincitori, cronologicamente il meno antico, ma storicamente  Il più importante. Verso il 1200 a.C. furono i Bruzi (dal greco Bréttios), che, staccatisi dai Lucani lo popolarono e vi eressero a difesa la Rocca Bretica. sotto questa altura fu costruita, in massima parte, l’antica Consentia presto a capitale. LA sua popolazione si sparse Cosenza-Moneta-Brettia-1024x592su tutti gli altri colli. Sotto il profilo politico, militare economico,  religioso e morale, la città raggiunse una considerevole importanza. Usi e costumi della vicina Grecia, dapprima totalmente dissimili, divennero alla fine di casa. La Giostra Vecchia, sede di un bel tempio dedicato a Jano (Giove per i greci), divenne meta di una serie di sport come: il pugilato, la corsa, l’altalena e il disco (pèntathlon).

(Dal libro: il popolo cosentino e il suo territorio di Riccardo Giraldi)

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