I BRUTTII E IL MITO 

Una leggenda o storia vera? Sarà difficile scoprilo ma bisogna sapere che i Bretti, custodivano un segreto, che se è vero sconvolgerebbe le fondamenta della chiesa Cristiana. Filippo il Bello re di Francia li Temeva i Templesin, chi sono? Avevano avuto parte nei vespri Siciliani , ed esercitavano una forte ascendente nella ribella Provenza.

 

Le loro origini hanno radici invisibili ad Orval, con gli strani uomini venuti dalla Brettia, il sud dell’Italia, e, dediti alla conoscenza del sapere, che va oltre la conoscenza dell’uomo e trasmessa da una civiltà all’altra, padroni anche della geometria sacra, che permetteva di costruire magnifiche cattedrali…. Fortificazioni inespugnabili… si chiamavano Brettii (si pronuncia Brezzii) e la loro regione si chiamava Brettia.

 

 

 

Mito 1La più antica mappa che ne riporta il nome è la mappa Peutingeriana. Di questo popolo  ne parlavano vari autori antichi da Strabonio a Livio, da Diodoro Siculo a Polibio.I confini della Brettia sono, a Sud sulla direttrice Nocera Terinese-Petilia Policastro ( Fiumi Savuto sul Tirreno e Neto sullo Jonio) e a Nord sulla direttrice Scalea-Rossano (Fiumi Lao sul Tirreno e Trionto sullo Jonio) Secondo Diodoro Siculo ed altri Storici antichi erano stati, i Brettii pastori dei Lucani, a loro economicamente e politicamente subordinati, tra i quali i giovani Lucani, prima della loro piena ammissione nella comunità degli adulti e dei guerrieri, venivano a fare il loro apprendistato militare, vivendo la vita difficile dei pastori ed esercitandosi nella caccia e nelle razzie.

Mito2

 

BRITTIA 290 ac

Alcuni di essi, poi, riuscirono ad organizzare questi pastori, li fecero maturare militarmente e politicamente, e diedero origine ad una comunità autonoma di tipo cantonale con relativa metropoli (anno 356 A.C.). In questa metropoli essi incontrano Bruttia, la donna dei Bruttii per eccellenza, alla quale essi devono il loro nome. Su questa versione della storia dei Brettii non concordano tutti gli Storici moderni! Fra gli altri argomenti portati a suffragio della tesi di una più antica civiltà dei Bruttii, gli Storici moderni citano una testimonianza di Aristofane che attesta la conoscenza da parte del pubblico ateniese tra la fine del V e gli inizi del IV, sia della lingua brettia sia della pece brettia (molto apprezzata per la costruzione delle navi ateniesi).
Orbene se lingua e pece brettia esistevano già prima del 356, il nome di Brettii in relazione ad un gruppo umano e territoriale è nato prima della rivolta e non può essere spiegato unicamente in relazione ai fatti del 356.

 

Mito3

Popolo guerriero quello dei Brettii se effiggiava le proprie monete con due simboli di guerra: Ares (Marte per i Romani), Dio della Guerra e Hera (Giunone per i Romani) pesantemente armata come un fante (in greco Oplite).La monetazione presuppone anche la presenza di un commercio con le popolazioni vicine. I prodotti oggetto di commercio erano prevalentemente la pece estratta dai pini Silani e il legname.Il commercio avveniva con le città greche della costa jonica: Crotone (Croton), la nuova Sibari (Thurii) e Nuova Siri (Siris). Da notare la presenza dell'alfabeto greco sulle iscrizioni della monete!

BRITTIA ROMANA

 

 

ECONOMIA
L'economia dei Brettii aveva come fondamento lo sfruttamento dei boschi della Sila per ricavarne la pece, ma anche ovviamente, come è attestato nel III secolo, per ricavarne legname per i più vari usi ma in particolare per quelli navali. Le attività pastorali sono tradizionali e in qualche modo suggerite dalla natura stessa dei luoghi. La viticoltura è attestata per il IV e il III secolo sia da emissioni monetali che da ritrovamenti archeologici di anfore, sia infine da fonti letterarie che attestano essere la viticoltura particolarmente fiorente nell'agro turino, nell'area di Cosenza e, sul Tirreno, nell'area di Tempsa nella zona dell'attuale Nocera Terinese. In occasione della guerra Tarantina i Brettii si schierarono con Pirro contro i Romani che, riuscendo vincitori, espropriano loro la Sila e la annettono a Roma (circa 275 A.C.) pur lasciando l'autonomia politica e amministrativa al popolo dei Brettii. Nella seconda Guerra Punica si schierano con Annibale contro Roma dopo il successo dei Cartaginesi a Canne (anno 216 A.C.). Pagheranno a duro prezzo questa scelta di campo! Dopo la sconfitta sul Metauro (anno 207 A.C.) Annibale si ritira nella Brittia e prima di tornare in Africa incedia e distrugge tutto sul territorio per impedire che le risorse cadano in mani romane; molti Brettii seguono Annibale in Africa. Dal canto loro i Romani saccheggiano tutto quel che rimaneva e perseguitano i Brettii rimasti. Molto territorio fu espropriato e annesso a Roma (anno 203 A.C.), si crearorono Colonie latine a Vibo Valenzia e a Turii, e colonie romane a Tempsa e Crotone: Questi avvenimenti segnano praticamente la fine di una etnia e di un popolo; anche il nome fu cambiato dai Romani in quello di Bruttii o Bruttiani. Dopo il 200 A.C. e per i 700 anni seguenti, la sorte dei Brutii segue quella di Roma fino al tracollo dell'Impero romano (se si escludono i due tentativi di rivolta contro Roma, il primo durante la Guerra Sociale ( 90-88 A.C.), e il secondo durante la Guerra Servile di Spartaco, 73-71 A.C. ).

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