Ora c‘è la conferma ufficiale. L’aria inquinata che respiriamo ogni giorno è cancerogena. Anzi, lo smog è tra le sostanze più cancerogene al mondo. I ricercatori lo sospettavano da tempo. Gli studi in materia esistevano. Mancava solo qualcuno, con la necessaria autorevolezza, che li mettesse a confronto e ne traesse le conclusioni. Ci ha pensato il Centro internazionale di ricerca sul cancro, agenzia specializzata dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Il suo direttore, Kurt Straif, ha spiegato che, “in oltre quarant’anni di storia di questo programma monografico, sono stati valutati più di 950 agenti inquinanti, anche ripetutamente. Il risultato è che un centinaio di questi agenti sono stati classificati come cancerogeni. Sono nel gruppo numero uno, cioè tra le sostanze sicuramente in grado di provocare il cancro”.

L’inquinamento atmosferico per cui è responsabile l’uomo è causato principalmente dall’uso di combustibili fossili. Le polveri ultrasottili sono considerate tra gli inquinanti più nocivi. Le PM 10, con un diametro inferiore ai 10 micron, sono dovute soprattutto all’attività edilizia. Le più piccole e insidiose PM 2,5 alla combustione di legna, alle emissioni dei motori diesel e agli scarichi industriali. Penetrano in profondità nelle vie respiratorie e nel sangue.

L’ozono troposferico, quello presente nei bassi strati dell’atmosfera, è prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto in presenza di forte irraggiamento solare. E’ più pericoloso d’estate e corrode i tessuti, sia quelli umani che vegetali.

Poi ci sono gli ossidi di azoto, frutto della combustione dei motori delle auto e delle centrali elettriche. Il biossido di azoto, più pericoloso del monossido, aumenta frequenza e intensità degli attacchi di asma.

L’esposizione all’inquinamento atmosferico è aumentato in misura rilevante nei paesi molto popolati che hanno conosciuto un rapido sviluppo industriale, come Cina e India. A Nuova Delhi, dove sono state girate queste immagini, lo smog è responsabile di un decesso ogni ora.

Anumita Roychowdhury, ambientalista dell’associazione Right to Clean Air: “Gli standard per le emissioni nocive che seguiamo a Nuova Delhi hanno sette anni di ritardo rispetto all’Europa. E quelli usati nel resto dell’India hanno dodici anni di ritardo”.

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